IL MIO TOUR DEDICATO AL CAMPIONE DEL MONDO MARCO SIMONCELLI

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Di MARCELLO CARUCCI 30 GIUGNO 2012

DIARIO DI BORDO 2012

Il Mio Tour Dedicato al campione del Mondo Marco Simoncelli

30 Giugno – 31 Agosto 2012

Montenegro, Albania, Macedonia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Armenia, Romania, Moldova, Trasnistria, Ucraina, Bielorussia , Polonia, Ungheria, Austria

di MARCELLO CARUCCI

Marco Simoncelli, pilota motociclistico italiano , campione del mondo della classe 250 nel 2008. Conosciuto fra gli appassionati con il nomignolo di “SIC” , morto a soli 24 anni durante il Gran Premio della Malesia : un giovane brillante che, a Sepang , ha percorso l’ultimo giro della sua vita.

La sua morte mi ha sconvolto, vedere in diretta e vivere quei terribili momenti, ha provocato in me un grande dolore. In quel periodo, ero già intento a programmare il mio nuovo tour in moto e il desiderio di farlo rivivere nel mio viaggio era grande…. Ma in che modo? Dedicando il mio tour a Lui. Come potevo fare una simile cosa?

Dovevo avere il consenso e l’autorizzazione dei familiari. Dopo innumerevoli ricerche, riuscii ad avere la mail ed il numero telefonico della fidanzata Kate alla quale inviai una lettera, molto franca, scritta con il cuore; le confidai il mio progetto, e Kate gentilmente mi rispose più volte, anche telefonicamente autorizzandomi ad inserire 2 foto del campione sul cupolino della mia moto ed il numero 58, foto che piacevano anche a Lei. Tutto ciò mi gratificò molto, perché era un desiderio che volevo volenterosamente realizzare, come sportivo, come motociclista, come suo tifoso.

IL MIO TOUR ATTRAVERSO 15 STATI

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Montenegro, Albania, Macedonia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Armenia,Romania, Moldova, Trasnistria, Ucraina, Bielorussia , Polonia, Ungheria, Austria

30 Giugno La sveglia suona alle ore 7, sono un po’ ansioso per il mio imminente tour. Sembra quasi la prima volta che mi accingo ad affrontare una simile esperienza ,ed invece no …. sono 31 anni di mototurismo. Preparo una colazione a base di latte di soia e cornflex , successivamente allestisco i bagagli da sistemare sulla mia moto, la Crosstourer , nuovo modello giapponese di casa Honda: abbigliamento, occorrente campeggio, attrezzi per moto , alimenti e 15 kg di giocattoli che distribuirò a bambini strada facendo. Provo il mezzo sotto casa e mi rendo conto immediatamente dell’eccessivo carico .

La cosa mi preoccupa molto , dovrò fare molta attenzione nel guidarlo .Successivamente pranzo e subito dopo una doccia rinfrescante. Nel frattempo citofona William Toscani di Pianetariders.it che essendo venuto a conoscenza del mio progetto vuole documentarlo, intervistarmi e fare qualche foto insieme. Poco dopo, anche Daniele Coccia, altro appassionato di moto e di Viaggi, vuole la sua parte e il tutto procede per circa un’ora.

Alle 13,30 saluto mia madre e mi metto in viaggio prendendo il raccordo anulare ; vedo le indicazioni stradali per Tor Bella Monaca, quartiere dove insegno, il mio primo pensiero va ai miei studenti, poco dopo ecco l’autostrada per Napoli .Viaggiando prendo sempre più familiarità con la moto ed il suo carico tanto è vero che in meno di due ore sono all’altezza del capoluogo campano.. Il caldo è sempre più forte ed insopportabile, la temperatura segna i 39 gradi. Nonostante ciò non faccio pause, alle 18 devo essere al porto di Bari ,dove mi aspetta l’amico motociclista Antonio Santelia , insieme ad altri due centauri.

Viaggio senza interruzione fino, ad un distributore di benzina a 50 km da capoluogo pugliese ; qui incontro un gruppo di “veraci” motociclisti napoletani, i quali si ricordano di avermi conosciuto in una fiera a Roma . Mi trattengo con loro per 30 minuti scambiando poche parole e una foto ricordo. Ci salutiamo e ognuno per la propria strada. Poco dopo arrivo al porto di Bari dove già mi aspettano gli amici, mi fanno compagnia per circa un’ora.

Antonio, gentilissimo come sempre ,mi consegna due scamorze da mangiare sulla nave . Alle 21 salgo a bordo mi accomodo in poltrona e al fresco dell’aria condizionata ceno con le scamorze , una vera bontà . Sono le 22 , la nave ancora non parte , sono stanco e non ho più voglia di scrivere, continuerò domani. Alle 23,15 si parte con oltre un’ora di ritardo,mi sdraio sul pavimento lasciando la mia poltrona meno comoda e dormo. Alle ore 6 del giorno seguente mi sveglio, osservo il mare, è calmo.

Alle 8 sbarco a Bar, il principale porto del Montenegro, le formalità doganali sono semplici e veloci,subito mi avvio ad Ulcinj dove arrivo alle 8,30 : è una città costituita dal settanta per cento di albanesi. Gli eleganti minareti delle numerose moschee conferiscono alla città un’atmosfera tipicamente orientale, cosi come la musica che si ascolta nei chioschi di Kebab nei dintorni della Mala Plaz’a, quartiere residenziale dove si intravedono ancora i segni del terremoto del 1979.

Rientrando verso nord faccio sosta a Stari Bar ( vecchia Bar) e sulla montagna che fa da sfondo alla città , vedo le vecchie rovine. Dopo una veloce visita, riparto e alle 12 sono a Sveti Stefan ,dove sosto per un giorno in un campeggio. Monto immediatamente la tenda, pranzo e dormo un’oretta. Una volta sveglio , vado a visitare i luoghi. Una bellissima e affascinante minuscola isola, collegata alla terraferma da uno stretto istmo e caratterizzato da case con il tetto di tegole in terracotta.

E’ un vero paradiso costituito da un complesso alberghiero di lusso, molto apprezzato da star dello spettacolo, da principi ed altro ancora. La temperatura segna i 42 gradi, ne approfitto per fare un bagno nelle acque cristalline. Prima che faccia buio sono nel camping e distribuisco ad alcuni bambini cappellini e giocattoli. I genitori mi invitano a bere una birra .Dopo cena studio l’itinerario per il giorno successivo.

Il 2 Luglio alle 8 mi sveglio, mi rifocillo e subito dopo , smontata la tenda, preparo i bagagli sulla moto e alle 9 parto . Mi dirigo verso Budva e alle 10,40 mi fermo sulla sponda di un bellissimo fiordo. Il paesaggio è incantevole, peccato faccia molto caldo. Successivamente proseguo per Kotor, una splendida e pittoresca cittadina incastonata tra le montagne in un angolo della baia, arrivo nella città in tarda mattinata. Parcheggio la moto e mi addentro nelle sue stradine interne . Il centro abitato è splendido e pittoresco, è collocato tra alte vette , suggestive e silenziose. Successivamente sono a Herg-nove l’attraverso senza visitarla e ritorno indietro per la strada già percorsa .

Alle 17 mi imbarco con il traghetto per Kotor , prezzo del biglietto 2 euro. Continuo l’itinerario, intorno alle 18 sono in un parco nazionale, oltrepasso le montagne ,il paesaggio è ammirevole, da una parte boschi e foreste, dall’altro il mare cristallino , ne approfitto per fare foto e video.

Mi trovo immerso nella natura , dove vi è un silenzio , quasi innaturale interrotto solo da cicale . Alle mie spalle alte montagne, di fronte la bellezza del fiordo, il tutto mi ricorda il mio magnifico viaggio di molti anni fa in Norvegia. Mentre guido incontro un terreno ghiaioso , perdo il controllo della moto , ma fortunatamente non cado ( sono eccessivamente carico ) .

L’esaltazione è la concentrazione è altissima, su queste strade che cadono a picco sul mare. Verso le ore 20 sono in capitale , in albergo al prezzo di 40 euro. Visito un po’ la città che non mi entusiasma , e vado a coricarmi. L’indomani sarò in Albania.

Alle 6 suona la sveglia e alzarmi è faticoso , faccio colazione con una barretta energetica e frutta liofilizzata, alle 7,30 lascio la capitale di Podgorica.

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Dopo un’ora entro nella frontiera albanese, sbrigo ,velocemente le formalità burocratiche, proseguo il viaggio incontrando subito strade dissestate con ghiaia e terra . La prima città che incontro è Shkoder , l’attraverso e faccio sosta a 5 km dalla capitale Tirane, in albergo: prezzo concordato 10 euro. Alle 15 mi avvio per visitare la capitale , noto viali ombreggiati su cui si affacciano eleganti palazzi , monumenti d’epoca, bar alla moda, parchi, moschee. La città ormai è uscita definitivamente dai lunghi anni di egemonia comunista. Alle 21 rientro in albergo e mi trattengo a parlare con il proprietario che quindici anni fa ha lavorato a Perugia.

Il 4 luglio parto di nuovo , questa volta in direzione Vlore , la strada è ottima e posso tenere un’andatura veloce, alle 9 sono nella città ,ma proseguo perché secondo me poco interessante. Durante il percorso osservo il panorama, stupendo con la strada a picco sul mare cristallino. All’interno attraverso boschi , mi fermo per prendere dell’acqua che sgorga naturalmente dissetandomi.

La temperatura esterna è di 32 gradi, regna una gran pace interrotta solamente dal chiacchierio di alcune persone. Alle 13 sono a Sarande , una bella città che si trova nell’estremo sud dell’Albania, situata davanti all’isola greca di Corfù, poi percorro la strada che porta alla città di Delvine. Mi sposto verso l’interno, ma subito rinuncio, perché incontro una bruttissima strada con molte buche e pietre. Sono ancora eccessivamente carico, anche qui rischio di cadere.

Decido di ritornare indietro e percorrere la strada di andata .Alle 19 sono nella località di Elbasan, una città costruita sui resti della città antica di Skampini nel I sec .a. c. da tribù illiriche.

Entro in un albergo, mi informo sul prezzo , chiedono 30 euro, comunico che è troppo alto , che a Tirana ho pagato 10 euro, il gestore arriva a 25 euro, non accetto, me ne vado , ma nel momento in cui salgo sulla moto, mi chiama e mi comunica che per 20 euro mi da la stanza . La vedo, è bellissima , televisore, aria condizionata e frigo bar; accetto e mi rendo conto di aver fatto un affare. Dopo la doccia, visito la città, mi piace molto.

Al rientro in albergo, decido di chiamare in Italia la mia compagna Silvia e mia madre ma, amara notizia, il cellulare mi chiede il Puk: probabilmente durante il viaggio trovandosi nello zaino insieme ad altre cose si e’ accesso e si e’ inserito un pin errato. Sono molto agitato, penso alla preoccupazione che potrei suscitare in loro non sentendomi. Non riesco a dormire . Alle 4 della mattina mi sveglio, fa caldo, accendo l’aria condizionata, sono inquieto per via del telefonino bloccato .Sono ormai in piedi, faccio una doccia , colazione e parto .

Alle 8,30 sono nelle vicinanze di un lago nella località di Progradec e riesco finalmente a contattare la mia compagna e riattivare il cellulare; proseguo il tour con uno spirito più sereno e soddisfatto. Sono le 9,40 sono in terra Macedone, sosto per pranzare. Alle 12 prendo l’autostrada per Skopje e viaggio senza sosta fino alle 16 .Entro in Bulgaria, il paesaggio continua ad essere meraviglioso così come l’ho trovato fino adesso.

Anche qui, velocissimi i controlli doganali, viaggio veloce per arrivare al Monastero di Rila, alle 19 sono quasi arrivato , ma sento la necessità di fermarmi per osservare il panorama, bellissimo. Regna la pace, il silenzio assoluto, ma sento l’odore intenso della vegetazione ed il profumo dei fiori accompagnato dal rumore del fiume e dal cinguettio degli uccelli.

Vedo immediatamente il campeggio vicino al monastero, mi organizzo e alle 21 vado a far visita all’abbazia, ma è chiusa. Mi comunicano che aprirà il giorno successivo alle 6. Ritorno in camping , mi preparo la cena, sono solo. La temperatura è bassa, mi trovo immerso tra le montagne e un piccolo torrente. Rimango a meditare. Sono partito dall’Italia appena sei giorni fa, ma mi sembra un’eternità , sicuramente per l’intensità con cui vivo le giornate . Familiarizzo con il gestore del campeggio, un uomo corpulento di una stazza superiore ai 120 kg , una persona buona e genuina, conosce un po’ l’italiano, c’è anche il padre, un anziano ma ancora attivo.

Alle 21,30 ceno e alle 22 mi corico nel mio sacco a pelo. Però ho difficoltà ad addormentarmi, mi disturba il rumore del fiume. Fortunatamente poco dopo prendo sonno, ma alle 4,30 mi sveglio , ho freddo, ne approfitto per coprirmi con indumenti termici. Nel frattempo incomincia a farsi giorno. Alle 5,30 mi alzo definitivamente, per visitare il Monastero di Rila , il più grande e più celebre della Bulgaria. Appare improvvisamente da una valle ricoperta di foreste nel massiccio del Rila Bulgaria. Il monastero fu fondato da Ivan Rilski nel 927 d.c., capo di una colonia di monaci eremiti. Dal 1983 è diventato patrimonio dell’Unesco.

Alle 7,30 sono di rientro smonto la tenda e carico nuovamente la moto, saluto il gestore del campeggio e suo padre e parto per Sofia. Arrivo nella capitale alle 12: all’internet Hostel in una confortevole camera al prezzo di 20 euro . Pranzo, mi riposo un’ora e successivamente esco a visitare la bellissima città, la più grande della Bulgaria . Rientro alle 22 .

Il giorno seguente mi alzo alle 5,30 per fotografare e visitare alcune parti della città che non sono riuscito a vedere il giorno prima. Alle 7 riprendo il viaggio per arrivare dal mio amico Adalberto Buzzin, un importante viaggiatore. Appuntamento fissato la sera prima.

Alle 8,30 viene a prendermi e mi porta nella sua abitazione, graziosa e confortevole, nella città di Plovdiv . Lascio la moto sotto casa sua e andiamo a visitare il centro . Seconda per densità di popolazione la città ha un centro storico in stile rinascimentale ed è nota come la Firenze Bulgara. Rimango un giorno ospite , per proseguire la mia meta il giorno seguente.

Alle 12,30 del giorno seguente sono in Turchia .In dogana ci sono numerosissime macchine , le sorpasso senza fare la fila ed arrivo al controllo dei passaporti, gli accertamenti sono veloci e proseguo fino alle 14 , poi faccio sosta su un prato dormendo un po’. Una volta svegliatomi mi preparo un caffè e continuo nel mio percorso. Arrivo in autostrada, il vento forte che non mi permette di superare i 100 km orari. Poco più tardi , pioggia e freddo diventano i miei compagni di viaggio fino alle 21. Sono stanco ed incomincio ad avere sonno .

A fatica tengo gli occhi aperti. Solo adesso decido di fermarmi. Faccio sosta vicino a tir, apro la tenda , mi preparo da mangiare e mi metto subito a dormire. Alle 6,30 mi sveglia una sirena della polizia , a pochi metri da me . Il tempo è ancora brutto, ormai sveglio mi vesto con indumenti termici e parto immediatamente.

Alle 12 ,lungo la strada nelle vicinanze di Osmancik , mi fermo , ho dei tavolini disponibili, ne approfitto per cucinare un bel risotto . Mi godo un po’ di relax osservando il panorama. La temperatura è aumentata considerevolmente e finalmente c’è il sole. Altra pausa alle 17 da un benzinaio, ancora tanta pioggia e scarsa visibilità, è in atto un forte temporale, alcuni turchi mi invitano a prendere un caffè e mi chiedono dove sono diretto. Finalmente alle 20 sosto in un magnifico e confortevole hotel a tre stelle, al prezzo di venti euro. Comprende anche una sostanziosa colazione. Mi trovo nei pressi di Herzican.

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E’ il 10 Luglio: mi sveglio , mi affaccio alla finestra ed è ancora brutto tempo. Alle 9 riparto. Dopo un’ora in direzione Erzum vedo un campo nomadi , mi fermo : richiamo l’attenzione di alcuni bambini e bambine ai quali distribuisco molti giocattoli, offerti dai miei studenti della scuola media dove insegno (San Biagio Platani, Tor Bella Monaca – Roma) . La loro gioia è immensa e ciò mi rende felice. Realizzo alcune foto per ricordare il momento, li saluto con un carezza e proseguo per la mia via. Per un po’ ho pensato ai miei studenti. Alle 13 sono a Erzum, il tempo è parzialmente nuvoloso, mi riposo come al solito in una stazione di servizio, dove lavora un romeno con il quale scambio qualche parola.

Poco più tardi, intorno alle 17, incontro una fila di macchine , penso immediatamente ad un incidente, successivamente mi comunicano che devono far saltare una parte della montagna. Mi trattengo per un po’ con dei turchi che mi chiedono informazioni inerenti la moto ( la mia Honda Crosstourer) , la meta del viaggio i tempi di percorrenza. La strada è pessima con alcuni tratti di ghiaia e più di qualche volta, a causa ancora del mio carico eccessivo, rischio di cadere nelle vicinanze della località di Hopo. Arrivo in dogana Georgiana alle 2,30 di notte, piuttosto stanco .

Decido di fermarmi ad un bar dove mangio e faccio conoscenze con alcuni georgiani. Nel frattempo scoppia una rissa tra alcuni loschi individui a pochi metri da me. Tutto ciò mi fa riflettere e decidere di passare la notte qui a Sarpi, per non rivivere l’esperienza di Tbilisi nel 2004 (potete leggere il racconto o la rassegna stampa).

Il morale è un po’ giù : l’unica cosa che desidero adesso è avere un letto. Invece dovrò passare la notte sveglio, al freddo e con la pioggia. Sono le tre e ancora arrivano moltissime persone che attraversano la dogana per andare in Turchia.Provo a mettermi per terra e dormire un po’ niente da fare , un poliziotto mi comunica che non posso farlo ..Pazienza.

Mi faccio forza e sto in piedi appoggiato ad un muretto vicino a me; un cane randagio si ripara anche lui dalla pioggia e dal freddo, gli offro del cibo , lo apprezza. Dopo un po’ riprende la sua strada , mentre io rimango ancora in dogana a vedere tutto il via vai di persone che passano.

Alle cinque smette di piovere ne approfitto immediatamente, salgo in moto e proseguo. Gli alberghi lungo il tragitto sono troppo costosi, non posso usufruiremo……. nel frattempo riprende a piovere , mi riparo solo più tardi ad un benzinaio. I gestori mi offrono the , caffè ed una sedia dove mi addormento fino alle nove .Poco dopo, nonostante il maltempo decido di partire e, fortunatamente, dopo trenta minuti esce il sole. Alle 12 sono a 60 km da Khashuri, faccio una grande fatica a tenere gli occhi aperti. L’Unico desiderio che ho adesso è dormire. Alle 18 sono in frontiera armena e continuo a viaggiare fino a Gymri dove sosto in un bellissimo albergo al prezzo di venti euro. La città dista circa 160 km dalla capitale Yerevan, ed è una località ad alto rischio sismico stimato tra l’8 e il 9 grado della scala Richter. Lungo la strada che porta in città si vedono ancora condomini parzialmente crollati .

Il giorno seguente, il 12 Luglio, alle 8 della mattina mi sveglio con forti crampi alle gambe, probabilmente causati da troppe ore in moto e da mancanza di potassio. Alle 10,30 parto , raggiungendo Echmiadzin , dal 180 a.c. al 340 d.c. fu capitale dell’Armenia.Essa è considerata il luogo più sacro in un paese pieno di siti religiosi storici. Alle 17,30 sono diretto verso Garne , vedo una bambina che mi saluta, è insieme ad un gruppo di persone.Torno immediatamente indietro, chiamo la bambina e le consegno delle bambole.

Gli adulti rimangono sorpresi. Più volte mi invitano a prendere un the, ma gentilmente rispondo che devo proseguire nel mio viaggio. Mi fanno tantissime foto e più volte mi stringono la mano sorridendo. Poco dopo lungo la strada incontro tre bambini, Gheran, Armen, Garni, ai quali distribuisco altri giocattoli. Successivamente sono in un motel a Garni, visito il tempio dedicato a Elio, il dio del sole dei romani, scattando anche qualche foto. A pochi chilometri, c’è il tempio di Gherard, situato in un profondo canyon spettacolare. E’ la più antica chiesa nella roccia ,fondata nel IV sec. a.c. Rientrato in albergo, subito dopo inizia un forte temporale. Mi trattengo con il gestore che mi offre un cesto pieno di frutta , ceno e subito dopo mi documento sulla prossima tappa e mi organizzo per il giorno seguente .

Alle 7,30 Il cielo è sereno, la voglia di rimanere a letto è tanta , ma i luoghi da visitare sono ancora molti, decido di fare una doccia , colazione e mi rimetto in viaggio alle ore 9. Alle 11,30 sono sul Lago di Seven situato a 1900 metri sopra il livello del mare, è uno dei laghi più elevati del mondo. Visito anche la città di Seven, nei pressi del lago, per cui continuo a viaggiare fino alle 13,30 per fare sosta in direzione di Vandozor ; piove e fa freddo, trovo un riparo e ne approfitto per cucinare. Alle 14 ,30 riparto, lasciandomi alle spalle il brutto tempo e alle 19 dopo aver passato la dogana sono nuovamente in Georgia, qui subito bruttissima strada con sterrato e buche. Alle 20,15 sono a Bolnisi ma non vi sono alberghi, continuo nella città seguente e faccio sosta ad un distributore di benzina dove chiedo l’autorizzazione a pernottare .La risposta è positiva. Nel frattempo molti passanti si fermano a guardare la moto. Alcuni di loro mi offrono caffè e bevande

La curiosità fa intervenire anche quattro macchine della polizia .Mi trovo nella città di Marleuni. Molti abitanti sono originari dell’Azerbaijan, con alcuni di essi mi intrattengo fino all’una di notte dopodiché mi sdraio al suolo per dormire qualche ora. I pensieri sono tanti tra i quali le comodità che ho lasciato in Italia, i familiari, gli amici i miei meravigliosi studenti. Ma poi finalmente, anche a causa della presenza della polizia, che fa pattuglia a pochi metri da me, mi addormento con serenità fino alle 4 del mattino. Mi alzo, preparo una colazione a base di orzo , gallette di riso con del miele ed un bel caffè offerto dal gestore del distributore di benzina, e alle 5 riparto. Sono le 11, faccio sosta , mi trovo a 100 km da Batumi, la sensazione è strana , è come fossero le 17 , ancora una piccola tappa per una colazione.

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Il tempo è nuvoloso , fortunatamente non piove. Alle 13 sono in dogana, la burocrazia dei doganieri è assillante ed assurda: controllano minuziosamente passaporto , foto, timbri , validità ecc. per oltre 30 minuti, alla fine ,esasperato, faccio vedere anche la patente e solo a quel punto si decidono a mettermi il visto di transito. Molto più veloci e simpatici alla frontiera Turca. Continuo fino a Cinarlik, nei pressi di Samsun : decido di fermarmi, è buio e sono stanco, come è successo più volte chiedo al gestore di un distributore se posso alloggiare nelle sue vicinanze , mi autorizza e subito mi metto a dormire per svegliarmi il giorno seguente alle 5,30. Alle 6,30 mi rimetto in viaggio fino alle 15,45, faccio una sosta , mi trovo a 450 km da Istanbul.Viaggio con maggiore disinvoltura, i 15 kg di giocattoli sono stati distribuiti, i viveri stanno terminando , il carico della moto si è notevolmente ridotto. Fortunatamente i soldi ci sono .

Nei paesi attraversati il costo della vita è decisamente inferiore al previsto. Attraversando le strade turche i cittadini spesso mi salutano. Nel rifornirmi di benzina ai distributori di Turchia ,Georgia e Armenia la cosa che mi colpisce è che prima di somministrare il carburante si prendono i dati della targa delle macchine e moto. Alle 20 mi fermo in un’area di servizio dove c’è un bel prato e intorno camionisti , chiedo conferma al gestore se posso mettere la tenda: mi autorizza.

Alle 5,30 ,come è quasi solito , mi alzo esco dalla tenda, sono circondato da molti Tir. Alle 7 parto per la Bulgaria, alle 13,30 lascio la Turchia sbrigando le pratiche burocratiche in maniera velocissima, la temperatura segna 39 gradi. Poco dopo visito il paese di Slpka con la sua meravigliosa cattedrale e alle 17,30 sono in un bellissimo Hotel a Veliko Tarnovo.

Visito la città fino a sera, mi piace moltissimo. Il giorno dopo alle 8,30 lascio l’albergo e mi dirigo verso la Romania, attraversando dei parchi e boschi meravigliosi dove regna uno spettacolo naturale incredibile. Alle 16,30 sono sulle sponde di un fiume per traghettare a Galati.

Il tragitto è brevissimo .superato il fiume, percorro velocemente la strada arrivando alle 20,15 alla Frontiera Moldova e poco dopo a casa dei genitori di Silvia. Ceniamo tutti insieme. Successivamente rimango fuori ad osservare il cielo limpido e stellato,vedo spesso passare meteoriti, c’è un gran silenzio interrotto solo dai grilli e dall’abbaiare di qualche cane. Durante il mio soggiorno in Moldova contribuisco al lavoro, raccogliendo frutta, fagioli, patate, e tanto altro. Più di qualche volta faccio visita alla capitale Chisinau.

Il 28 Luglio sono ad Orhei, una località della Moldova . Nel monastero conosco un sacerdote, mi riferisce che a presiedere il luogo sacro sono 9 popa e lui si trova li da sei anni.

Il 2 Agosto alle 13,30 parto per raggiungere Silvia all’aeroporto di Chisinau , arriva da Roma in aereo. Alle 15 ritorniamo insieme nella sua abitazione dove rimaniamo per tre giorni.

Il 5 Agosto si parte insieme da Carpineni alle ore 8 e alle 9,30 siamo nella nota e terribile dogana della Trasnistria ( sarà almeno una decina di volte che l’abbiamo attraversata negli ultimi anni). Risolvere le formalità burocratiche spetta come sempre a Silvia compilando quattro moduli in cirillico . Si perde oltre un’ora e come se non bastasse devo pagare una tassa maggiorata per il transito perché la mia moto è nuova . Dopo meno di due ore siamo in dogana Ucraina ed alle 16 siamo nella bella città di Kiew che personalmente, rivedo per la terza volta. Abbiamo modo di visitarla in tutto il suo splendore. Alle 23 rientriamo in Albergo.

Il giorno dopo ci avviamo verso la Bielorussia, arrivati al confine alle 11,30 rimaniamo quasi due ore per sbrigare le pratiche burocratiche. Mi obbligano a fare una assicurazione sanitaria per tre giorni, pagando all’incirca tre euro .Finalmente partiamo e attraversiamo una buona parte del paese circondato da immense foreste .

Alle 18 arriviamo in Albergo a Vitebsk, all’accettazione oltre a chiedermi il passaporto, vogliono anche l’assicurazione stipulata in dogana. La città può considerarsi, dopo la capitale Minsk , la più interessante e dinamica della Bielorussia,soprattutto grazie al suo patrimonio artistico. Con le sue cattedrali ortodosse illuminate , particolare la cattedrale in legno e quella in pietra bianca.

Il 7 Agosto ci dirigiamo verso la capitale facendo sosta a Mir. Qui visitiamo un castello del cinquecento costruito quasi interamente in mattoni rossi. E’ un complesso cinto di mura con cinque torri disposte intorno a un cortile, affacciato su un laghetto. Il castello si trova sotto la tutela dell’UNESCO. Alle 11 siamo a Minsk, la capitale della Bielorussia pranziamo e ci riposiamo.

Alle 15 usciamo e facciamo rientro nel nostro alloggio alle 22. Non siamo entusiasti della città che si presenta con edifici dalle proporzioni gigantesche, a prima vista suggestivi, ma poi eccessivi e opprimenti . Solo di sera , grazie ad una bella illuminazione la città mostra un aspetto meno freddo.

Il giorno dopo lasciamo la capitale , arriviamo a Brest , ci rivolgiamo ad alcuni albergatori, i prezzi sono molto alti .Decidiamo di fare un giro in moto e proseguire velocemente per la Polonia. Alle 14 siamo in dogana , c’è una fila impressionante di macchine, con molta cautela e discrezione passo in testa , Silvia sbriga le pratiche burocratiche , che sono veramente stressanti: due ore in dogana.

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Finalmente alle 16 siamo in terra Polacca e alle 19,30 alloggiamo in un confortevole albergo rustico , pagando la modica cifra di 25 euro. Ci troviamo a 250 km da Danzica. Il giorno seguente partiamo e troviamo ancora brutto tempo, la temperatura non supera i 19 gradi. Alle 12 siamo a Danzica dove rimaniamo per 2 giorni visitando la bellissima città. Poi ci dirigiamo verso Cracovia, nostra intenzione è visitare Malbork ma rinunciamo a causa del bruttissimo tempo ed arriviamo direttamente a Cracovia alle 16 . Rimaniamo anche qui 2 giorni , in uno di questi facciamo visita anche al museo di Auschwitz

“ amara testimonianza delle atrocità commesse dall’uomo sull’uomo”

Il 13 agosto alle 6,30 mi alzo, c’è una fitta nebbia, poco più tardi partiamo per rientrare in Moldova. La pioggia non ci lascia neanche oggi, ce la portiamo dietro dal giorno in cui siamo entrati in Polonia. Alle 14,50 siamo in Ucraina, la temperatura è ancora bassa ,15 gradi, viaggiamo fino alle ore 20 .

Il 14 Agosto siamo in Moldova dove rimaniamo fino al 29 Agosto.

Il 22 Agosto siamo a Chisinau, nell’occasione della visita del cancelliere tedesco Merkel. C’è uno schieramento impressionante da parte delle forze di polizia. I tombini delle strade vengono saldati per paura di attentati. In televisione viene comunicato che le persone non possono affacciarsi alle loro finestre, non possono stare sui terrazzi, non possono stendere indumenti. Tali misure risultano eccessive ed assurde , sia a me sia ai moldavi palesemente indignati.

Il 29 Agosto ci apprestiamo a rientrare velocemente in Italia.

Da Internet abbiamo appreso dell’arrivo imminente di una bruttissima perturbazione dal nord Europa in Italia. Alle 9 entriamo in Romania in serata siamo a 200km da Budapest dove pernottiamo in un motel al prezzo di 9000 fiorini.

Il 31 Agosto pomeriggio siamo a Roma, dopo aver viaggiato per 26 ore dormendo solo 2 ore sulla piazzola di un autogrill. I chilometri complessivamente percorsi in questo tour sono oltre 17.000 .

Fatica, sudore, paesaggi incantevoli, storia, ricordi memorie, si sono intrecciati lungo il percorso in una fitta trama che andrà arricchire l’esperienza , come sentenziava Ulisse nella pagina di Dante: ”Non vogliate negar l’esperienza ,diretro al sol , del mondo sanza gente.Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”( canto xxvI inferno Divina Commedia Dante Alighieri)

RINGRAZIAMENTI

In primis vorrei ringraziare la compagna di Marco Simoncelli Kate Fretti la quale mi ha autorizzato insieme alla fondazione , di dedicare il tour al grande campione Scomparso. Alla mia compagna di Viaggio Silvia.

Ai miei sponsor : Bergamaschi, Bertoni, D.I.D, D’Amico Design, Forma, Faster 96, Gensan, Giali, Givi, Interphone, Lightech, Mafra, Metzeler Nolan, Nissin,Pronto Visto, Putoline, Rinolfi, Sourace, Sixs, Teknoselle, Tucano Urbano.

MARCELLO CARUCCI


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