Attraverso Marocco, Mauritania ,Senegal, Gambia , Guinea Bissau , Spagna , Francia  

Foto diario 1

Il 31 Marzo 2023 prima della partenza per il mio viaggio in Africa, viene a trovarmi il mio amico Guido per salutarmi e rendersi conto di persona di come ho preparato la mia moto la Yamaha World Raid 700.

Mi trattengo con lui un’oretta, il tempo di scambiare qualche chiacchiera, scattare qualche foto e girare qualche video per poi partire alle 11 da Roma ed iniziare il mio viaggio.

Durante il tragitto in autostrada e sull’Aurelia, molti automobilisti si affiancano alla moto salutandomi, qualcuno mi fotografa. Durante le pause per rifornimento carburante e per rifocillarmi molti curiosi vedendo la moto super equipaggiata si avvicinano chiedendomi quale è il mio itinerario.

 È anche l'occasione per scambiare quattro chiacchiere e rilassarmi dalla guida.

 Il viaggio procede bene, sono molto motivato anche dal bel tempo, solo negli ultimi 150 Km il  tempo mi abbandona prendendo il posto la pioggia e il freddo che mi costringe a fermarmi e ad in- dossare abbigliamento termico e tuta antipioggia.

Alle 16 raggiungo la località di Canepa, piccola frazione di 159 abitanti nel comune di Sori situata a 331 metri sul livello del mare edificata nel 1700. Trovo l'albergo dove provvedo a scaricare i baga- gli, e dopo una ricca doccia faccio una passeggiata esplorativa nei dintorni.

Verso le 20 rientro nel mio alloggio, preparo la cena e dopo aver risposto a tutti gli amici che mi stanno seguendo sui social vado a riposarmi.

Il giorno successivo alle 7 sono già operativo, faccio qualche foto e video dalla terrazza dell’alber- go. Il tempo è bello, dopo una ricca colazione e qualche telefonata carico i bagagli sulla moto e mi dirigo verso Genova.

Arrivato al porto trovo molte macchine in fila, sovraccariche di bagagli. la maggior parte sono marocchini che rientrato in Patria per le vacanze e per il Ramadan.

Nell'attesa dell'imbarco continuo a lavorare sui social pubblicando foto e rispondendo agli amici che mi seguono nel viaggio.

Foto diario 2     

La motivazione è tanta, perché sono sopportato emotivamente da molti amici e fans, che con tele- fonate e commenti incentivano il mio viaggio.

Durante la lunga sosta al porto, prima dell’imbarco ho la possibilità di conoscere molte persone, viaggiatori in camper, motociclisti per la maggior parte italiani che vanno in vacanza in Marocco, l’unico che proseguirà il viaggio a sud sono io.

Dopo aver consegnato il passaporto in dogana alle 17,30 incominciamo ad imbarcarci.

Alle 19 mi ritiro nella mia gabina, sono piuttosto stanco soprattutto mentalmente a causa delle lunghe attese precedenti l'imbarco

Durante la notte più volte mi sveglio a causa del mare mosso, ma nonostante ciò riesco a riposare fino alle 10 della mattina. Poco dopo il personale della reception comunica che la nave porterà un ritardo a causa delle pessime condizioni del mare e che approderà intorno alle 15,30.

Durante la colazione guardando la costa spagnola noto che le condizioni del mare stanno miglio-rando, il cielo è sereno e la temperatura si è rialzata.

Nell'attesa del pranzo mi trattengo sul ponte parlando con viaggiatori e con personale dell’equipag- gio.

Dopo aver pranzato al ristorante rientro in gabina per un sonnellino pomeridiano, poi successiva- mente vado sul ponte della nave per incontrare qualcuno, ma onestamente non vedo l’ora di sbarcare 56 ore di viaggio sono veramente tante.

Alle 23, 45 mi ritiro in cabina per riposare.

La mattina seguente alle 10 partecipo ad una esercitazione di evacuazione, al termine della quale mi trattengo a parlare per circa  tre ore con un marocchino dal quale apprendo alcuni consigli utili per superare la  dogana a Tangeri quando sbarcherò.

Alle 13,30 vado a pranzo e dopo aver mangiato un piatto di pasta, patate e un caffè rientro in gabina a riposarmi.

foto diario 3

Alle 15,30 mi alzo faccio una bella doccia refrigerante e subito dopo mi avvio verso il bar per un buon caffè che offro anche ad un Marocchino con il quale mi trattengo a parlare. 

 Ritorno in gabina per un ultimo riposo, alle 21,30 è previsto l’arrivo nel porto di Tangeri, dove mi appresto tra i primi a sbarcare pe il controllo del passaporto.

 Provvedo a cambiare euro con moneta locale, il Dirham marocchino, pago l’assicurazione e via si parte per la undicesima volta in Marocco, questa volta solo di passaggio, viaggiando tutta la notte, prendendo molto freddo ma sono gratificato dal cielo stellato e dallo scarso traffico .

All’alba sull’autostrada incontro un asino fermo sulla carreggiata, fortunatamente riesco ad evitarlo altrimenti le conseguenze sarebbero state tragiche.

A distanza di un anno rivedo Agadir, una città bellissima ma caotica, tanto traffico veicolare e molti turisti europei, fa molto caldo, mi alleggerisco nel vestiario per continuare il mio viaggio.

Lasciata la città incontro vento forte e sabbia sulla sede stradale, che rendono la guida molto impegnativa e pericolosa, per  evitare cadute devo procedere con cautela.

Lungo il percorso vedo diverse autovetture che a causa della sabbia sono sbandate urtando il guard-rail e riportando gravi danni alla carrozzeria, ciò mi condiziona a viaggiare con maggiore cautela cercando di stare il più vicino possibile al ciglio della strada dove la sabbia non si accumula.

Il giorno 5 riparto da Tznit seguendo la statale n.1 che si spinge all’ interno del Marocco seguendo un percorso sempre arido e con temperature più alte.

Alle 17 giungo a Laayoune prendo un albergo, il tempo di fare una doccia e cambiarmi per poi visi- tare la città, mi trovo su Place Mechouar vicino ho la Moschea e il palazzo dei congressi, inoltre trovo anche una bella chiesa Cristiana, comunque l’attrazione principale della città è la spiaggia .

Il giorno seguente  sveglia alle 6, colazione in albergo e subito dopo vado a prendere la moto al parcheggio custodito dell’hotel e con calma riparto per affrontare nuovamente il viaggio.

Alle 14 faccio una tappa a 120 km da Dakhla, incomincio ad avere un po' di sonnolenza e non ho neanche la possibilità di prendermi un caffè al bar perché sono nel periodo del Ramadan  e tutti i locali sono chiusi ad eccezione dei distributori di benzina.

Approfittando della sosta per fare il pieno di carburante, mangio delle mandorle e bevo acqua con l’aggiunta di integratori salini, la sudorazione è tanta perché la temperatura è sui 38 gradi.

Durante la pausa mi sdraio al suolo per riposarmi, quando arriva un camionista e il conducente di un pullman chiedendomi se va tutto bene, rispondo con un sorriso che è tutto o.k.

Dopo questa breve pausa di 20 minuti risalgo in moto e riparto.

All’imbrunire prima della dogana Marocco /Mauritania, rincontro alcuni italiani che avevo conosciuto in una precedente sosta, mi invitano a bere un bicchiere di vino nel loro camper e con l'occasione parliamo di viaggi, delle rispettive esperienze accompagnate da tante risate.

La mattina del giorno dopo mi preparo un piatto di riso a colazione per ripartire alle 8 con destinazione Mauritania.

Gli italiani li vedo partire poco prima di me, li raggiungo superandoli e arrivando primo nella dogana marocchina, ma devo attendere le 9 per l'apertura del cancello.

Quando arrivano i connazionali li indirizzo presso gli uffici dove presentarsi per essere registrati.

Alle 11 finalmente supero la dogana Marocchina e mi ritrovo in quella Mauritania, come sempre la struttura si presenta sporca, fatiscente e male organizzata, un piccolo miglioramento c’è stato rispetto alla mia prima visita nel 2005 quando i doganieri mi controllavano il passaporto a lume di candela, scalzi sotto una tenda annotando i miei dati su un quaderno.

Non manca la consuetudine da parte dei doganieri di chiedere soldi, richiesta alla quale mi sono sempre opposto rispondendo di non averli.

In questa circostanza ho l'opportunità di conoscere una motociclista russa diretta in Marocco “Peccato” direzione opposta alla mia, alla quale gli faccio presente di aver visitato la Russia parecchie volte.

Durante il viaggio nel Sahara della Mauritania faccio una breve sosta consegnando a bambini magliette, cappellini ed occhiali da sole.

Giunto nella capitale Nouakchott, città caotica dove guidare è rischioso e il codice della strada è inesistente, cerco un albergo per pernottare,  ma i prezzi sono alle stelle, dopo un po' nel girovagare in centro ne trovo uno molto accogliente al prezzo di soli 30 euro.

foto diario 4

Il giorno seguente, alle 6 ricevo una telefonata su messenger da un amico biker romano di nome Ciccio che si informa di come va il viaggio.

Ne rimango entusiasta e gratificato, dopo la conversazione di trenta minuti, salgo sulla mia Yamaha world raid e proseguo il viaggio.

Alle 12 inizio ad affrontare la pista di Diama molto impegnativa anche perché la moto è molto carica, devo prestare molta attenzione nel guidare, perché a volte lungo il percorso sbucano all'improvviso dalla vegetazione facoceri che potrebbero farmi cadere se ne investo qualcuno.

 Alle 15 supero la frontiera Mauritania e Senegal proseguendo il viaggio arrivo a Dakar intorno alle 19 dove trovo alloggio nello stesso albergo dove dormii l’ultima volta nel 2018.

L'accoglienza da parte del personale dell'albergo è spettacolare, a distanza di 5 anni dal mio pernottamento si ricordano di me.

Come è mia abitudine in una giornata di caldo afoso, offro bevande fresche al personale che mi conosce.

La mattina dopo alle 6 sono già in piedi, cucino un piatto di riso liofilizzato e dopo averlo consuma- to preparo i bagagli e parto, la temperatura è di 36 gradi.

Nel raggiungere la dogana del Gambia ho l'opportunità di conoscere un biker torinese di nome Enrico con quale condividiamo il viaggio per alcuni giorni.

Prima di arrivare in Guinea Bissau, visitiamo una scuola e l’emozione è tanta, siamo accolti gentil- mente da tutti i professori e studenti, una vera e grande esperienza da non dimenticare soprattutto per me che sono stato insegnante di educazione fisica. E’ stata l'occasione per dare alcuni consigli ai giovani e trasmettere la mia esperienza come docente viaggiatore.

Molte le foto e video per immortalare questi momenti indimenticabili.

Lasciata la scuola, viaggiamo fino a Bissau, fa caldo e c’è molto traffico, la tensione nella guida aumenta anche perché siamo stanchi per aver attraversato durante la mattinata piste e strade in costruzione.

Alle 12 trovando la sistemazione in albergo, ci riposiamo ne abbiamo tutto il diritto.

 La sera la trascorriamo in pieno relax in un bel ristorante con tante risate e momenti felici per sdrammatizzare le fatiche ed i pericoli affrontati durante il viaggio.

 Le strade in Gambia sono un vero disastro, inesistenti.

Dopo la visita di Bissau saluto Enrico perché devo rientrare in Italia (ho pochi giorni a disposizione) mentre lui prosegue verso sud. Io continuo nel viaggio di rientro. Nella pista di Diama

 incontro un francese anche lui con la Yamaha Wolrd raid, ci fermiamo per scambiare qualche parola, facciamo delle foto mentre lui prosegue verso il Senegal .

Terminata la pista di Diama incomincia a fare buio, non appena vedo il primo controllo doganale nel Sahara chiedo al personale di poter dormire vicino a loro struttura, autorizzandomi posso dormire in tutta sicurezza.

Alle 6,30 riparto per la capitale. Al primo distributore di benzina che incontro, faccio il pieno alla moto e alla tanica da 20 litri, approfitto per cambiare i soldi a nero per evitare di perdere tempo in capitale.

Arrivo a Nouakchott alle 11. Per uscire dalla capitale a causa dell’intenso traffico impiego 2 ore sotto il sole a 40 gradi e come se non bastasse un autista di un camion mi tocca leggermente il pneumatico di scorta causando la perdita d'equilibrio e facendomi finire su una auto . La mia reazione due pugni sul cofano del camionista.

Alle 19 arrivo in Mauritania trovando i cancelli della dogana chiusi,non mi resta che passare la notte per terra vicino alla moto, su un materasso sporco ed un cuscino offerto da un Senegalese.

Il giorno seguente verso le 6 sono sveglio e finalmente alle 8 sono tra i primi a sbrigare le pratiche burocratiche in Mauritania facilitato da alcuni doganieri che avevo conosciuto all’andata.

Purtroppo comincia a cadere una pioggerellina che dura diverse ore accompagnandomi anche in territorio marocchino dove i controlli sono più severi ed attenti.

La temperatura si è notevolmente abbassata, attraverso il Marocco con diverse pause tra le quali il pernottamento a Guelmini.

Arrivato nei pressi di Rabat faccio una deviazione dal mio percorso per cambiare i soldi con moneta locale perché in autostrada non accettano pagamenti con il bancomat e neanche in euro. Fortunatamente un addetto all'agenzia cambio che stava abbassando la saracinesca del locale la rialza e cambiandomi i soldi mi confida di averlo fatto esclusivamente perché sono italiano. Ringraziandolo riprendo il viaggio per Algesiras.  

Raggiungere questa tappa  è stata impegnativo, a causa del fortissimo vento che durante il viaggio spostava la moto in direzione opposta la carreggiata.

Queste condizioni critiche mi hanno costretto a viaggiare con molta cautela procedendo al margine dello spartitraffico in cemento e più volte ho rischiato di cadere.

Dopo tante raccomandazioni alla Madonna e a tutti i Santi arrivo ad Algeciras, faccio sosta una notte in questa stupenda città, conoscendo e scherzando con dei locali .Il giorno dopo riparto  direzione Roma, che raggiungo dopo tre giorni di viaggio .Rientro in patria soddisfatto di un ennesimo raid che rimarrà nel cuore e nella mente.

 

 


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